Unni bianchi

Unni bianchi
Areale di distribuzione degli Unni bianchi nel 500 d.C.
 
Luogo d'origineAsia centrale
PeriodoTarda antichità
Linguabattriano (ufficiale),[1] sogdiano, corasmio, pracrito,[2] turcico
Religionebuddhismo,[3] manicheismo,[4] zoroastrismo,[5]

nestorianesimo[6]

Gli Unni bianchi (in battriano ηβοδαλο, Ebodalo),[7] in alternativa detti Eftaliti (noti anche come Huna bianchi o in iranico come Spet Xyon e in sanscrito come Sveta-huna),[8][9] furono un popolo che visse in Asia centrale tra il V e l'VIII secolo d.C. Fautori della creazione di un impero, si distinsero militarmente dal 450 d.C., quando sconfissero i Kidariti, al 560, quando le forze congiunte del khaganato turco e l'impero sasanide li sconfissero.[10][11] Dopo il 560 stabilirono dei "principati" nell'area del Tokaristan sotto la sovranità dei Turchi occidentali (nelle aree a nord del fiume Oxus) e dell'impero sasanide (a sud dell'Oxus), prima che gli Yabgus di Tokara prendessero il sopravvento nel 625.[11]

Ipotizzando come nucleo originario la Battriana, l'impero eftalita si espanse verso est fino al bacino del Tarim, poi si allargò a ovest fino alla Sogdiana e verso sud attraverso l'Afghanistan, ma non giunse mai oltre l'Hindu-Kush, occupato dagli Unni alcioni che furono erroneamente associati agli Unni bianchi da alcune fonti coeve. Gli Eftaliti si radunarono in quattro gruppi principali conosciuti collettivamente sotto la denominazione di Xyon (Chioniti) o Hunas: preceduti dai Kidariti e dagli Alcioni, gli succedettero gli Unni Nezak e il khaganato turco. Il suggestivo legame tra gli Unni bianchi e gli Unni diventati celebri nel corso delle invasioni barbariche del V secolo, pur essendo stato proposto da alcuni, resta assolutamente indimostrabile.

La roccaforte degli Eftaliti era situata nel Tokaristan (attuale Uzbekistan meridionale e Afghanistan settentrionale), sulle pendici settentrionali dell'Hindu Kush: la capitale, dapprima posta probabilmente a Konduz, venne trasferita a Balkh.[11] Entro il 479 gli Unni bianchi avevano conquistato la Sogdiana e sospinto i Kidariti verso est, mentre nel 493 avevano catturato parti dell'attuale Zungaria e del bacino del Tarim (Cina nord-occidentale). Nel medesimo periodo storico, gli Unni alcioni si espansero fino alle porte dell'India settentrionale.[12]

Ricostruire la storia di tale popolazione si è rivelato arduo, in quanto scarse risultano le fonti a disposizione e le opinioni degli storici divergono. Non esiste un elenco dei re e gli storici non sono sicuri di quali siano le origini del ceppo etnico o in quale idioma si esprimessero inizialmente. Pare che tra di loro si chiamassero Ebodalo (ηβοδαλο, da cui Eftali), un termine spesso abbreviato in Eb (ηβ) e riportato in alfabeto battriano su alcune delle loro monete.[13][14][15] La genesi dell'etnonimo "Eftaliti" è sconosciuta, ma potrebbe derivare dalla parola saka *Hitala, che significa "Forte",[16] dall'ipotetico sogdiano *Heβtalīt, plurale di *Heβtalak,[17] o dall'espressione in pahlavi *haft āl, ovvero "i Sette Al".[18][19]

  1. ^ (EN) A.D.H. Bivar, Hephthalites, su Encyclopaedia Iranica. URL consultato il 15 marzo 2022.
  2. ^ (EN) Mark R.V. Southern, Contagious Couplings: Transmission of Expressives in Yiddish Echo Phrases, Greenwood Publishing Group, 2005, p. 46, ISBN 978-02-75-98087-0.
  3. ^ (EN) Abdul Hai Habibi, Chinese Travelers in Afghanistan, su alamahabibi.com, 1969. URL consultato il 15 marzo 2022.
  4. ^ Kurbanov (2010), pp. 317-331.
  5. ^ (EN) André Wink, Al-Hind, the Making of the Indo-Islamic World: Early medieval India, Brill, 2002, p. 110, ISBN 978-03-91-04174-5.
  6. ^ (EN) David Wilmshurst, The Martyred Church: A History of the Church of the East, East & West Publishing Limited, 2011, pp. 77-78, ISBN 978-19-07-31804-7.
  7. ^ Dani, Litvinsky e Zamir Safi (1996), p. 177.
  8. ^ (EN) Beate Dignas e Engelbert Winter, Rome and Persia in Late Antiquity: Neighbours and Rivals, Cambridge University Press, 2007, p. 97, ISBN 978-0-521-84925-8.
  9. ^ (EN) Adrian Goldsworthy, The Fall of the West: The Death Of The Roman Superpower, Orion, 2009, p. 189, ISBN 978-0-297-85760-0.
  10. ^ (EN) Craig Benjamin, The Cambridge World History: Volume 4, A World with States, Empires and Networks 1200 BCE–900 CE, Cambridge University Press, 2015, p. 484, ISBN 978-1-316-29830-5.
  11. ^ a b c Rezakhani (2017a), p. 208.
  12. ^ Maas (2015), p. 287.
  13. ^ Rezakhani (2017), pp. 213, 217.
  14. ^ Alram (2014), pp. 278-279.
  15. ^ (EN) Susan Whitfield, Silk, Slaves, and Stupas: Material Culture of the Silk Road, University of California Press, 2018, p. 185, ISBN 978-0-520-95766-4.
  16. ^ (EN) H.W. Bailey, Dictionary of Khotan Saka, Cambridge, Cambridge University Press, 1979, p. 482.
  17. ^ (EN) B. Gharib, Sogdian dictionary, Teheran, Farhangan publications, 1995, p. XVI.
  18. ^ Kurbanov (2010), p. 27.
  19. ^ (EN) Véronique Schiltz, De Samarcande à Istanbul: étapes orientales: Hommages à Pierre Chuvin - II, CNRS Éditions via OpenEdition, 2019, p. 117, ISBN 978-22-71-13046-4.

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