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Alcibiade
Ἀλκιβιάδης   Alkibiádēs
[[File:|frameless|center|260x300px]]Busto di Alcibiade custodito nei Musei Capitolini a Roma
NascitaAtene, Grecia, 450 a.C. circa
MorteFrigia, 404 a.C.
Dati militari
Paese servitoAtene
(415–412 a.C. Sparta)
(412–411 a.C. Persia)
GradoGenerale (strategos)
GuerreGuerra del Peloponneso
BattaglieBattaglia di Abydos (410 a.C.)
Battaglia di Cizico (410 a.C.)
Assedio di Bisanzio (408 a.C.)
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Alcibiades Cleiniou Scambonides, meglio conosciuto come Alcibiade, (in Greco: Ἀλκιβιάδης Κλεινίου Σκαμβωνίδης, corrispondente nell'alfabeto latino a Alkibiádēs Kleiníou Skambōnidēs, che significa Alcibiade, figlio di Clinia, dal demo di Skambonidai; Atene, 450 a.C. circa - Frigia, 404 a.C.) fu un importante generale, statista e oratore ateniese. Fu l'ultimo membro celebre della famiglia aristocratica da cui proveniva sua madre, gli Alcmeonidi, che decadde dopo la Guerra del Peloponneso. Ebbe un ruolo importante nella seconda metà di quel conflitto come consulente strategico, comandante militare e politico.

Durante il corso della Guerra del Peloponneso, Alcibiade fu fedele a vari stati. Nella sua città natale, Atene, all'inizio degli anni 410 a.C., difese una politica estera aggressiva e propose fortemente la Spedizione in Sicilia, ma fuggì a Sparta, dopo che i suoi nemici politici lo accusarono di sacrilegio. A Sparta servì come consigliere strategico, proponendo o supervisionando importanti campagne contro Atene. Anche a Sparta, comunque, si fece nemici potenti e fu costretto a disertare in Persia. Lì servì come consigliere del satrapo Tissaferne fino a quando i suoi alleati politici ateniesi lo richiamarono. Ad Atene successivamente svolse il ruolo di Generale (strategos) per molti anni, ma i suoi nemici, alla fine, riuscirono ad esiliarlo una seconda volta.

La spedizione ateniese in Sicilia fu un'idea di Alcibiade, e gli studiosi hanno sostenuto che, se quella spedizione fosse stata condotta da Alcibiade stesso e non da Nicia, non avrebbe avuto un esito disastroso.[1] Negli anni in cui servì Sparta, Alcibiade ebbe un ruolo significativo nella rovina di Atene; la cattura di Decelia e le rivolte di alcune città sotto l'influenza di Sparta si verificarono sia su suo suggerimento o sotto la sua supervisione. Una volta tornato nella sua città natale, comunque, ebbe un ruolo cruciale in una serie di vittorie ateniesi, che alla fine portarono Sparta a chiedere la pace ad Atene. Favorì tattiche non convenzionali, sconfiggendo spesso le città con il tradimento o con la negoziazione piuttosto che con l'assedio.[2] Le capacità politiche e militari di Alcibiade si rivelarono spesso preziose per qualunque stato avesse la sua fedeltà, ma la sua propensione a farsi nemici potenti non gli permise di rimanere a lungo nello stesso luogo e, alla fine della guerra che lui stesso aveva contribuito a riaccendere alla fine degli anni 410 a.C., la sua rilevanza politica era solo un ricordo.

  1. ^ A. Vlachos, Thucydides' Bias, 59 &c.
  2. ^ P.B. Kern, Ancient Siege Warfare, 151.

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