Vladimir Putin

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Vladimir Vladimirovič Putin
Влади́мир Влади́мирович Пу́тин
Vladimir Putin nel marzo 2024

Presidente della Federazione Russa
In carica
Inizio mandato7 maggio 2012
Capo del governoViktor Zubkov (ad interim)
Dmitrij Medvedev
Michail Mišustin
PredecessoreDmitrij Medvedev

Durata mandato31 dicembre 1999[1] –
7 maggio 2008
Capo del governoMichail Kas'janov
Viktor Christenko (ad interim)
Michail Fradkov
Viktor Zubkov
PredecessoreBoris El'cin
SuccessoreDmitrij Medvedev

Primo ministro della Federazione Russa
Durata mandato8 agosto 1999 –
7 maggio 2000
PresidenteBoris El'cin
se stesso[2]
PredecessoreSergei Stepašin
SuccessoreMichail Kas'janov

Durata mandato8 maggio 2008 –
7 maggio 2012
PresidenteDmitrij Medvedev
PredecessoreViktor Zubkov
SuccessoreDmitrij Medvedev

Capo della Coalizione del Fronte Popolare Panrusso
In carica
Inizio mandato8 giugno 2011

Direttore dell'FSB
Durata mandato25 luglio 1998 –
29 marzo 1999
PredecessoreNikolaj Kovalëv
SuccessoreNikolaj Patrušev

Leader di Russia Unita
Durata mandato1º gennaio 2008 –
30 maggio 2012
PredecessoreBoris Gryzlov
SuccessoreDmitrij Medvedev

Dati generali
Partito politicoRussia Unita
(dal 2008)
Precedenti:
PCUS
(fino al 1991)
Indipendente
(1991–1995)
NCR
(1995–1999)
Unità
(1999–2001)
Indipendente
(2001–2008)
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità statale di San Pietroburgo
Professionefunzionario di stato, ex militare
FirmaFirma di Vladimir Vladimirovič Putin Влади́мир Влади́мирович Пу́тин
Vladimir Putin
Putin in uniforme da capitano del KGB
(primi anni '80)
NascitaLeningrado (oggi San Pietroburgo), 7 ottobre 1952
ReligioneCristiana ortodossa russa
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Bandiera della Russia Russia
Forza armata KGB
FSB
Corpo Servizio guardia di confine
Anni di servizio1975-1991
1998-1999
Grado colonnello (FSB)
Comandante diDirettore del FSB
Altre carichePolitico e statista
voci di militari presenti su Wikipedia

Vladimir Vladimirovič Putin (in russo Влади́мир Влади́мирович Пу́тин?; AFI: [vlɐˈdʲimʲɪr vlɐˈdʲimʲɪrəvʲɪtɕ ˈputʲɪn], ; Leningrado, 7 ottobre 1952) è un politico ed ex militare russo, già funzionario del KGB, primo ministro (1999-2000, 2008-2012) e attuale presidente della Russia (2000-2008, 2012-presente)[3][4].

Dopo la laurea in legge all'Università statale di San Pietroburgo (1975), ha ricoperto il ruolo di funzionario dell'intelligence del KGB per 16 anni, salendo al grado di tenente colonnello, prima di dimettersi nel 1991 per iniziare una carriera politica a San Pietroburgo come vicesindaco della città. Successivamente si è trasferito a Mosca nel 1996 per unirsi all'amministrazione del presidente Boris El'cin, prestando servizio come direttore dell'FSB, l'agenzia che ha sostituito il KGB. Nell'agosto 1999, El'cin lo nominò Primo ministro; dopo le sue dimissioni Putin è stato eletto come suo successore.

Sotto il suo primo mandato come presidente, l'economia russa è cresciuta notevolmente per otto anni consecutivi, con il PIL a parità di potere d'acquisto aumentato del 72%. La crescita è stata il risultato del boom economico delle materie prime degli anni 2000, della ripresa dopo la depressione seguita al collasso dell'Unione Sovietica e di adeguate politiche economiche e fiscali.[5][6]

Impossibilitato a ricoprire un terzo mandato consecutivo secondo il quarto punto della Costituzione della Federazione Russa, ha favorito la vittoria del suo delfino Dmitrij Medvedev, che ha poi nominato a sua volta Putin come Primo ministro nel 2008. Ha successivamente potuto ricandidarsi al terzo mandato come presidente vincendo le elezioni presidenziali in Russia del 2012 con il 64% dei voti.[7] Il calo dei prezzi del petrolio e le sanzioni economiche internazionali imposte dopo la crisi della Crimea del 2014 e l'intervento militare russo nella guerra del Donbass in Ucraina orientale, causate dalla politica estera di Putin, hanno portato a una riduzione del PIL russo del 3,7% nel 2015, sebbene l'economia russa sia rimbalzata nel 2016 con una leggera crescita del PIL pari allo 0,3%, segnando la fine della Grande recessione.[8][9][10][11] Alle elezioni presidenziali in Russia del 2018 ha ottenuto il 76% dei voti ed è stato rieletto per un ulteriore mandato di sei anni.

Con Putin la Russia ha subito un graduale processo di arretramento democratico. Generalmente gli esperti non considerano la Russia una vera democrazia, citando epurazioni, incarcerazioni e uccisioni di oppositori politici, repressione della libertà di stampa e mancanza di elezioni credibilmente libere e giuste.[12][13][14][15][16] La Russia ha ottenuto un punteggio molto negativo sull'Indice di percezione della corruzione di Transparency International, sul Democracy Index dell'Economist Intelligence Unit e sull'indice "Freedom in the World" di Freedom House (tra cui un punteggio record di appena 20/100 nel rapporto del 2017, risultato che non veniva ottenuto dai tempi dell'Unione Sovietica). Inoltre le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani lo hanno accusato di perseguitare critici e attivisti politici, nonché di averli torturati o assassinati. Putin ha respinto le accuse di violazioni dei diritti umani. Funzionari del governo federale degli Stati Uniti d'America lo hanno accusato di aver condotto una cospirazione politica contro Hillary Clinton a favore di Donald Trump nel periodo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016,[17] un'accusa che sia Trump che Putin hanno spesso respinto e criticato.

  1. ^ Ad interim fino al 7 maggio 2000.
  2. ^ Durante la carica ad interim.
  3. ^ (EN) Vladimir Putin – President of Russia, su european-leaders.com. URL consultato il 24 marzo 2020.
  4. ^ (EN) Vladimir Putin Biography (1952–), su biography.com. URL consultato il 24 marzo 2020.
  5. ^ (EN) Richard Sakwa, 9, in Putin: Russia's Choice, Routledge, 2007.
  6. ^ (EN) Ben Judah, Fragile Empire: How Russia Fell In and Out of Love with Vladimir Putin, Yale University Press, 2013, p. 17.
  7. ^ (EN) In Russia, an Election Victory for Putin and Then a 'Paid Flash Mob', su Time, 5 marzo 2012. URL consultato il 24 marzo 2020.
  8. ^ (EN) Russia: One of 10 worst economies in 2015, su Time, 26 gennaio 2016. URL consultato il 24 marzo 2020.
  9. ^ (EN) Russian economy in turmoil as Putin is battered by falling oil price and sanctions, su The Daily Telegraph, 25 gennaio 2016. URL consultato il 24 marzo 2020.
  10. ^ (EN) Russian Economy Crawled to Growth With Recession in Rearview, su Bloomberg.com, 31 marzo 2017. URL consultato il 24 marzo 2020.
  11. ^ (EN) It's Official: Sanctioned Russia Now Recession Free, su Forbes, 3 aprile 2017. URL consultato il 24 marzo 2020.
  12. ^ (EN) Timothy Frye, Weak Strongman: The Limits of Power in Putin's Russia, su Princeton University Press, 2021. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  13. ^ (EN) Steven Levitsky, Lucan A. Way, Competitive Authoritarianism: Hybrid Regimes after the Cold War, Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-1-139-49148-8. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  14. ^ (EN) Graeme Gill, Building an Authoritarian Polity: Russia in Post-Soviet Times, Cambridge University Press. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  15. ^ (EN) Ora John Reuter, The Origins of Dominant Parties: Building Authoritarian Institutions in Post-Soviet Russia, Cambridge University Press, 2017, DOI:10.1017/9781316761649, ISBN 978-1-316-76164-9. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  16. ^ (EN) Authoritarian Modernization in Russia: Ideas, Institutions, and Policies, su Routledge, 2017. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  17. ^ "La Russia dietro l'elezione di Trump nel 2016": le conclusioni dell'inchiesta del Senato Usa, in la Repubblica, 18 agosto 2020. URL consultato il 25 aprile 2022.

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