Wikipedia:Vetrina

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«Sed omnia praeclara tam difficilia, quam rara sunt»

(IT)

«Tutte le cose eccellenti sono tanto difficili, quanto rare»

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Novità in vetrina

La statura (dal latino statura[m], da status, "stato", "condizione") o altezza è la misura di lunghezza del corpo umano tra la pianta dei piedi e il vertex (o vertice, il punto più alto della testa). La sua rilevazione si effettua posizionando il capo in maniera da rendere orizzontale un piano ideale che passa per i forami uditivi e per il margine inferiore dell'orbita oculare sinistra.

Carattere somatico che esprime l'ordine di grandezza del parametro massimale del corpo umano, la statura è costituzionale, dovuta a fattori genetici e ambientali multipli: varia in rapporto all'etnia, agli individui, alle ore del giorno, alle fasi della vita ed è espressione dell'accrescimento somatico, al termine del quale in condizioni fisiologiche varia tra i limiti di circa 145 cm a circa 200 cm, con oscillazioni estesissime a seconda dell'etnia: il limite inferiore può essere ampiamente superato, come per esempio nei pigmei.

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Girolamo dai Libri (Verona, 1474 circa – Verona, 2 luglio 1555) è stato un pittore e miniatore italiano.

Apprese l'arte dal padre Francesco dai Libri, abile miniatore, ma molto probabilmente frequentò anche la bottega di Domenico Morone, dove strinse amicizia con il figlio Francesco, con cui collaborò in età adulta a diverse commissioni. Già in giovane età si distinse nella produzione di miniature, soprattutto per il convento di Santa Maria in Organo a Verona. Secondo il racconto di Giorgio Vasari, sorprese i suoi contemporanei quando all'età di circa 25 anni realizzò per la stessa chiesa la pala d'altare Deposizione dalla croce, opera profondamente influenzata dallo stile di Andrea Mantegna. Tale influsso si ritrova anche nei suoi lavori successivi, dove si notano anche richiami ai modelli veneziani di Bellini e Montagna. A partire dagli anni 1510 le sue tele si arricchirono anche di suggestioni lombardo-romane, introdotte in città da Giovan Francesco Caroto.

Un tratto distintivo dei suoi lavori è costituito dai paesaggi che incorniciano le scene principali, resi con minuziosa cura per i dettagli. Esempi eloquenti di questa sua maestria si ritrovano nel Presepe dei conigli e in Gesù e la Samaritana al pozzo. Tale attenzione al paesaggio deriva dalla sua formazione come miniatore, attività che peraltro non abbandonò mai nel corso della sua carriera, affiancandola alla realizzazione di grandi tele.

Superato un periodo di incertezza stilistica che caratterizzò il finire degli anni 1520, tornò a ispirarsi ai modelli mantegneschi che avevano improntato le sue opere giovanili, giungendo così a eseguire alcune delle sue tele più pregiate, tra cui la Madonna dell'Ombrellino e la Madonna della Quercia, risalenti rispettivamente al 1530 e al 1533 e oggi conservate entrambe al museo di Castelvecchio di Verona.

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Lo stadio Olimpico è un impianto sportivo multifunzione italiano di Roma. Situato nella pianura tra le pendici meridionali di Monte Mario e il fiume Tevere, fa parte del complesso architettonico del Foro Italico costruito a partire dal 1928 da Enrico Del Debbio, e, ancorché incompleto, fu inaugurato nel 1932 con il nome di stadio dei Cipressi; tra il 1933 e il 1937 Luigi Moretti ne rivisitò il progetto e lo rese una quinta scenica dei giochi del periodo fascista. Gli eventi bellici bloccarono previste espansioni dello stadio che, dopo la liberazione di Roma nel 1944, fu occupato dalle truppe alleate.

Il suo recupero avvenne tra il 1949 e il 1953 grazie a Cesare Valle, Carlo Roccatelli e, dopo la morte di quest'ultimo, Annibale Vitellozzi, autori di un'opera in discontinuità con il progetto architettonico originale ma maggiormente fruibile. Fu inaugurato con un evento multisportivo il 17 maggio 1953 (arrivo di una tappa del Giro d'Italia e un incontro internazionale di calcio tra Italia e Ungheria) con il nome di stadio dei Centomila, e già l'anno successivo vi si tenne la finale di Coppa Europa di rugby tra Italia e Francia; dal 1953, salvo brevissime interruzioni, ospita gli incontri interni dei due maggiori club professionistici della Capitale, la Lazio e la Roma. Lo stadio assunse il nome attuale dopo l'assegnazione a Roma dei Giochi della XVII Olimpiade del 1960. All'epoca impianto completamente scoperto eccezion fatta per la tribuna sul lato verso Monte Mario, in occasione del campionato mondiale di calcio 1990 fu di fatto ricostruito quasi integralmente e dotato di copertura in teflon che ne ha completamente stravolto il disegno originale.

In ambito calcistico, a livello internazionale fu sede delle finali dei campionati europei del 1968 e 1980, nonché di quella del mondiale 1990; più recentemente ha ospitato un girone e un quarto di finale del campionato europeo 2020, disputatosi senza un Paese organizzatore. A livello di club fu due volte lo stadio ospite della finale di Coppa dei Campioni – nel 1977 e nel 1984 – e altrettante di quella di Champions League, nel 1996 e nel 2009. Nel 1973 fu utilizzato come sede interna dalla Juventus per disputarvi, in gara unica, la Coppa Intercontinentale contro gli argentini dell'Independiente e nel 1991, in quanto impianto della Roma, fu sede della finale di ritorno della Coppa UEFA che vide impegnato il club giallorosso contro l'Inter. Nel 1964 fu anche, in maniera estemporanea, la sede del primo e più recente spareggio tenutosi per decidere la vittoria nel campionato italiano di calcio, tra Bologna e Inter. Dal 2008 è la sede della finale di Coppa Italia.

Oltre alle cerimonie d'apertura e chiusura e le gare d'atletica delle olimpiadi del 1960, vi si tennero gli europei d'atletica leggera del 1974, i mondiali del 1987, i Giochi universitari del 1975 e, più recentemente, gli europei d'atletica leggera del 2024. Dal 1980 ospita annualmente, tranne alcuni trasferimenti causa lavori, il Golden Gala. Usato come impianto rugbistico già dal 1954, è dal 2012 lo stadio interno della nazionale italiana nel Sei Nazioni oltre a essere utilizzato per i test match autunnali più importanti. Infine, dalla ristrutturazione avvenuta nel 1990 è frequentemente impiegato quale sede di concerti.

Lo stadio Olimpico è anche sfondo di due gravi episodi di cronaca nera, il primo nel 1979 quando il lancio di un missile con un'arma artigianale provocò la morte di uno spettatore, Vincenzo Paparelli, e l'altro nel 1994, quando un attentato eversivo della mafia fallito per caso avrebbe potuto provocare la morte di una quantità imprecisata di civili e rappresentanti delle forze dell'ordine durante un incontro della Roma.

L'impianto è gestito dall'agenzia Sport e Salute (ex Coni Servizi), dal 2004 proprietaria del complesso del Foro Italico. La sua capacità omologata è di 70634 spettatori, seconda a livello nazionale. La massima affluenza certificata allo stadio Olimpico è di 78886 spettatori, registrata durante il campionato di serie A 1973-74.

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I nautiloidi (Nautiloidea Agassiz, 1847) sono una sottoclasse di molluschi cefalopodi di ambiente marino la cui documentazione fossile risale fino al Cambriano superiore. Hanno una distribuzione di profondità piuttosto ampia (fino a circa 900 m) e sono caratterizzati da una conchiglia calcarea aragonitica suddivisa internamente da setti in camere, collegate tra loro da una struttura organica in parte mineralizzata definita "sifuncolo", che ha la funzione di regolare per osmosi la pressione dei fluidi interni (gas e liquido camerale). Questa particolare struttura del guscio costituisce un adattamento alle condizioni di pressione variabile derivanti dall'ampio intervallo di distribuzione batimetrica che contraddistingue il gruppo. Dal punto di vista filogenetico, si tratta dei progenitori di tutti i cefalopodi attuali (polpi, seppie, calamari) e delle ammoniti (estinte dalla fine dell'Era mesozoica): questo gruppo al presente costituisce un elemento faunistico relativamente poco sviluppato e con un areale ridotto (regione indo-pacifica); in passato, soprattutto nel Paleozoico, ha rappresentato uno dei gruppi più diversificati tassonomicamente e di maggior successo; le forme estinte appartenenti a questo gruppo sono oggetto di numerosi studi paleontologici per la loro utilità in campo biostratigrafico e paleoambientale. Per la struttura particolare e armoniosa della conchiglia spirale e concamerata, il nautilo è inoltre uno degli animali marini più iconici, rappresentato e citato diffusamente in varie espressioni artistiche, figurative e letterarie, e utilizzato come elemento ornamentale.

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Giulio Nepote (in latino Iulius Nepos; Dalmazia, ... – Salona, primavera 480) è stato imperatore romano d'Occidente, di fatto dal 474 al 475, mentre dopo la sua fuga dall'Italia continuò a reclamare il titolo fino al 480.

Giulio Nepote, uno dei caduchi imperatori succedutisi tra il 455 e il 476, fu l'ultimo ad essere esponente della volontà da parte della corte imperiale di Costantinopoli, dopo Antemio, di poter mettere un uomo di sua fiducia sul trono occidentale. Il suo breve regno, costellato da insuccessi a livello diplomatico nei rapporti con Visigoti e Vandali, terminò quando il patrizio Flavio Oreste lo costrinse a fuggire nella natìa Dalmazia ponendo sul trono di Ravenna suo figlio, Romolo Augusto. Nepote continuò a considerarsi imperatore de jure d'Occidente anche dopo la caduta causata da Odoacre e fino alla morte, avvenuta violentemente nel 480.

Anche se il suo successore Romolo Augusto viene comunemente ritenuto l'ultimo imperatore d'Occidente, Giulio Nepote è considerato da alcuni storici l'ultimo vero imperatore legittimo d'Occidente, avendo de jure detenuto il titolo sino alla morte.

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Nūr ad-Din Maḥmūd al-Malik al-ʿĀdil Zengī, conosciuto anche come Nur al-Din (lett. "Luce della religione"), o Nureddin o Nureddin Zenki o Nureddin Zenghi, ma ancor più noto nelle cronache latine con il nome di Norandino (in arabo نور الدين ﺯﻧﻜﻲ?, Nūr al-Dīn Zangī; 11 febbraio 1118Damasco, 15 maggio 1174), è stato un condottiero turco che ricoprì in vita il ruolo di atābeg (governatore) di Aleppo e Damasco.

Definito il "re giusto" (Malik al-ʿĀdil), era il secondo figlio di Zengi e membro della dinastia che da lui prese il nome, quella degli Zengidi. Governò Aleppo dopo la morte del padre e ampliò gradualmente il suo dominio a spese dei signori musulmani attivi nella moderna Siria, assicurandosi in particolare, tra le altre, le importanti città di Damasco e Shayzar. Fece altresì propria la battaglia del padre contro i crociati presenti in Palestina, professandosi comandante del jihad contro gli invasori. Dopo essere riuscito nell'impresa di unificare il Levante sotto il suo controllo e aver reso inconcludenti gli esiti della seconda crociata per i cristiani, Norandino si concentrò sull'acquisizione dell'Egitto. Rovesciò dunque i Fatimidi soprattutto grazie a Shirkuh e al nipote di questi, Saladino, affidando in successione ai due il compito di gestire quella terra. Il suo sogno era quello di espellere i crociati dalla Terrasanta e di riconquistare Gerusalemme una volta che fossero stati unificati Egitto e Siria in una sola entità politica e militare, ma non riuscì a concretizzare tale obiettivo. Quando morì, i suoi possedimenti vissero una fase particolarmente turbolenta e fu soltanto grazie all'intervento di Saladino, nominato visir dall'ultimo Imam/Califfo fatimide, che i musulmani poterono riprendere l'obiettivo di Norandino e una fase di rinnovato impegno militare.

Il dominio di Norandino si distinse per le accorte politiche interne adottate, l'affermazione della dottrina sunnita in Siria e in Egitto e la diffusione dell'istruzione e dell'assistenza sanitaria nei suoi territori.

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