Zecche romane

Le zecche romane al tempo della tetrarchia di Diocleziano (285-305) e delle successive guerre civili (306-324).

La moltiplicazione delle zecche imperiali, luogo dove si coniano le monete, è un fenomeno che appare tardi nell'Impero romano, a partire dalla crisi del III secolo. Le zecche imperiali non vanno, però, confuse con quelle provinciali (dette impropriamente coloniali), che battevano moneta circolante solo su piccole frazioni dei territori imperiali[1] e che, con la riforma monetaria di Aureliano, furono abolite. Si trattava di centinaia di piccole zecche locali, presenti soprattutto nelle province orientali, che emettevano monete di bronzo.[2]

  1. ^ Adriano Savio, Monete romane, p. 198.
  2. ^ Ermanno A. Arslan, La moneta a Milano in età costantiniana: una città al centro dell'Impero e una zecca chiusa, Milano 2012, p. 34.

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