Campagna delle isole Salomone

Campagna delle isole Salomone
parte del teatro del Pacifico
della seconda guerra mondiale
Carta diacronica della campagna fino al marzo 1944: in rosa le tre grandi battaglie terrestri, in azzurro le battaglie navali
Data23 gennaio 1942-8 settembre 1945
LuogoIsole Salomone, arcipelago di Bismarck
EsitoVittoria finale alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Variabili.
31 dicembre 1943: 383 874 uomini
1 126 aerei[1]
Variabili.
30 giugno 1943:
~ 68 000 uomini
540 aerei
1 incrociatore leggero, 8 cacciatorpediniere, 8 sommergibili[2]
Fonti citate nel corpo del testo
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La campagna delle isole Salomone si svolse tra il gennaio 1942 e il settembre 1945 nell'omonimo arcipelago, nelle Bismarck e nelle acque circostanti tra l'Impero giapponese e gli Alleati, in primo luogo gli Stati Uniti d'America.

L'Impero giapponese occupò Rabaul il 23 gennaio 1942 e ne fece la base avanzata per le operazioni in Nuova Guinea e nelle Salomone, tese a isolare l'Australia dagli Stati Uniti. Una prima battuta d'arresto fu vissuta con la battaglia del Mar dei Coralli (4-8 maggio), dopo la quale i comandi giapponesi a Rabaul decisero di occupare l'isola di Guadalcanal e costruirvi un aeroporto, nella prospettiva di ulteriori avanzate verso sud-est. La mossa allarmò i comandi alleati che decisero per un'affrettata controffensiva: ne scaturì una lunga e sfibrante campagna (agosto 1942-febbraio 1943) con perdite pesanti per entrambi i combattenti e un totale capovolgimento di piani a medio e lungo termine. Questa prima fase della campagna nelle Salomone fu infine vinta dagli Stati Uniti, cui passò l'iniziativa militare e che procedettero a radunare forze importanti sotto la guida dell'ammiraglio William Halsey e del generale Douglas MacArthur per risalire le isole Salomone e riconquistare Rabaul. I comandanti nipponici, viceammiraglio Jin'ichi Kusaka e generale Hitoshi Imamura, che dovevano occuparsi anche del fronte in Nuova Guinea, organizzarono un bastione nelle isole della Nuova Georgia e furono appoggiati dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto in persona, che comandò da Rabaul una serie di operazioni aeree volte a scardinare i grandi preparativi alleati. Esse non ebbero l'esito sperato e Yamamoto morì a Bougainville in un'imboscata aerea statunitense. Il 21 giugno 1943 si aprì la seconda fase della lotta nelle Salomone centrali, caratterizzata da feroci scontri navali notturni e duri combattimenti nella giungla. Alla fine i giapponesi preferirono evacuare Kolombangara, Vella Lavella e altre posizioni, ormai non più difendibili o saltate da Halsey, e concentrare le truppe su Bougainville: l'isola doveva essere difesa a ogni costo, perché era lo scudo ultimo per la base di Rabaul. Il 1º novembre 1943 una divisione marine, però, mise piede a terra sulla poco difesa costa occidentale; la testa di ponte respinse gli attacchi aerei di Kusaka e anche l'8ª Flotta nipponica, quindi fu sostenuta da due pesanti raid delle portaerei su Rabaul, che scongiurarono una grande controffensiva navale giapponese. Su Bougainville gli statunitensi attivarono aeroporti che, assieme a quelli nelle Salomone centrali, consentirono di avviare il martellamento di Rabaul, che i massimi capi alleati avevano deciso di isolare.

La campagna di Bougainville e quella aerea contro Rabaul si svolsero perciò in simultanea sino al 20 febbraio 1944, giorno nel quale l'Impero giapponese cessò di inviare rinforzi alla martoriata piazzaforte, comunque obiettivo di bombardamenti fino alla fine della guerra. Nelle Bismarck rimasero intrappolati tutti i comandi responsabili per le Salomone e forze ingenti; le operazioni militari calarono drasticamente e furono riaccese tra 1944 e 1945 dall'Esercito australiano, che cercò con scarso successo di liberare Bougainville. I giapponesi si arresero infine l'8 settembre 1945, ponendo fine a una delle campagne più importanti della guerra nel Pacifico.

  1. ^ Morton, pp. 538, 540. Il totale di effettivi comprendeva 5 divisioni, personale dell'esercito (inclusa l'aeronautica), dei marine e della marina (sia a terra che sulle navi). Sono conteggiati tutti tipi di velivoli, imbarcati o a terra, di esercito, marina e marine.
  2. ^ Miller, pp. 46-47. Il totale di truppe comprende effettivi dell'esercito e della marina: nelle sole Salomone erano schierati circa 25 000 effettivi dei due servizi. Gli apparecchi erano sia della marina (300) sia dell'esercito (240).

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