Lusotropicalismo

La parola Lusotropicalismo (o Luso-Tropicalismo), fu coniata per la prima volta dal sociologo brasiliano Gilberto Freyre[1] per descrivere i caratteri distintivi dell'imperialismo portoghese[1] ed è una credenza ed un movimento particolarmente forte durante la dittatura di António de Oliveira Salazar in Portogallo[senza fonte] (il regime dell'Estado Novo), proponendo i portoghesi come colonizzatori migliori degli altri Paesi europei.[2]

Si credeva che a causa del clima portoghese più caldo, alla vicinanza geografica all'Africa, e per essere stato visitato da romani, visigoti, mori e molte altre culture in tempi pre-moderni, i portoghesi fossero più umani, amichevoli, e adattabili ad altri climi e culture.

In più, già nel primo XX secolo, il Portogallo era da molto la potenza coloniale europea con la più vecchia presenza territoriale oltremare; in alcuni casi i suoi territori sono stati continuamente governati dai portoghesi attraverso cinque secoli. Il Lusotropicalismo celebra sia gli elementi mitologici che quelli attuali di democrazia razziale e civilizzazione nell'Impero portoghese, ed è stata una attitudine pro-mescolanza razziale riguardo alle colonie e ai territori oltremare. L'esempio migliore si trova nel lavoro di Gilberto Freyre.

Il Lusotropicalismo può essere definitivo come segue:

«Dato l'unico retroterra culturale e razziale del Portogallo metropolitano, gli esploratori e colonizzatori portoghesi hanno dimostrato una speciale abilità - riscontrata in nessun'altra cultura nel mondo - all'adattarsi ai territori tropicali e alla loro gente. Il colonizzatore portoghese, sostanzialmente povero e modesto, non ha avuto le motivazioni di sfruttamento delle sue controparti provenienti dai paesi più industrializzati in Europa. Conseguentemente, egli è entrato immediatamente in relazioni cordiali con le popolazioni non-europee conosciute nei tropici. Questo è chiaramente dimostrato attraverso i contatti iniziali del Portogallo col Regno bakongo nella seconda parte del XV secolo. La prova basilare dell'assenza del razzismo tra i portoghesi, comunque, si trova in Brasile, dove la grande e socialmente prominente popolazione meticcia sta vivendo testimone della libertà sociale e sessuale dell'intercorso tra i portoghesi e i non-europei. Il non-razzismo portoghese è anche evidenziato dall'assenza nella Legge portoghese della legislazione razzista. In Sud-Africa e fino a poco tempo fa anche negli Stati Uniti erano vietati ai non-bianchi specifici diritti, occupazioni ecc. Infine, ogni pregiudizio o discriminazione nei territori precedentemente o attualmente governati dal Portogallo possono essere segnati dalla classe sociale, ma mai dal colore.[3]»

  1. ^ a b Lisa Voigt, Writing captivity in the early modern Atlantic: circulations of knowledge and authority in the Iberian and English imperial worlds, Chapel Hill (Carolina del Nord), UNC Press, 2009, p. 15. URL consultato il 29 marzo 2016.
  2. ^ Miguel Vale de Almeida, Portugal's Colonial Complex: From Colonial Lusotropicalism to Postcolonial Lusophony (PDF), su miguelvaledealmeida.net, maggio 2008. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2020).
  3. ^ Gerald Bender, Angola under the Portuguese: The Myth and the Reality, Berkeley, University of California Press, 1978, pp. 3-4. URL consultato il 29 marzo 2016.
  4. ^ ibid., p. xxiii.

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