Sbarco in Normandia

Sbarco in Normandia
parte del fronte occidentale della seconda guerra mondiale
Soldati statunitensi si apprestano a sbarcare a Omaha Beach, 6 giugno 1944
Data6 giugno 1944
LuogoNormandia, Francia
EsitoVittoria alleata
Modifiche territorialiCreazione di cinque teste di ponte alleate sulle coste della Normandia
Schieramenti
Comandanti
Bandiera degli Stati Uniti Dwight Eisenhower (comandante supremo SHAEF)
Bandiera del Regno Unito Bernard Montgomery (21º Gruppo di armate)
Bandiera del Regno Unito Trafford Leigh-Mallory (forze aeree)
Bandiera del Regno Unito Bertram Ramsay (forze navali)
Bandiera degli Stati Uniti Omar Bradley (1ª Armata statunitense)
Bandiera del Regno Unito Miles Dempsey (2ª Armata britannica)
Adolf Hitler
Gerd von Rundstedt (OB West)
Erwin Rommel (Gruppo di Armate B)
Friedrich Dollmann (7ª Armata)
Effettivi
156 000 uomini[1]Circa 50 000 uomini
Perdite
7 844 tra morti, feriti e dispersi sulle spiagge
3 799 tra morti, feriti e dispersi tra le truppe aviotrasportate[2]
Tra 4 000 e 9 000 tra morti, feriti e dispersi[2]
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Lo sbarco in Normandia (nome in codice operazione Neptune, parte marittima della più ampia operazione Overlord) fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate durante la seconda guerra mondiale per aprire un secondo fronte in Europa, dirigersi verso la Germania nazista e allo stesso tempo alleggerire il fronte orientale, sul quale da tre anni l'Armata Rossa stava sostenendo un aspro conflitto contro i tedeschi. L'invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come D-Day in inglese e Jour-J in francese), quando toccarono terra nella penisola del Cotentin e nella zona di Caen le truppe alleate aviotrasportate, che aprirono la strada alle forze terrestri. All'alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.

Esse si trovavano all'interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell'invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un'ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate Sword, Juno e Gold. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto Vallo Atlantico durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di Carentan, Saint-Lô e Bayeux) per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche.

Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, che diede vita alla battaglia di Normandia, in cui le armate alleate ebbero lo scopo di rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l'interno fino a liberare Parigi. Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la Senna, minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l'avanzata sovietica a est, e concorrere all'invasione e sconfitta della Germania nazista.

  1. ^ (EN) How many Allied troops were involved in D-Day?, su ddaymuseum.co.uk, D day museum. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2015).
  2. ^ a b (EN) How many Allied and German casualties were there on D-Day, and in the Battle of Normandy?, su ddaymuseum.co.uk, D day museum. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2015).

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